L’abisso di Morozzi

Quasi l’alba, adesso, e inizia a venir fuori la verità. Quella costruita per non deludere le aspettative e mettere l’ultima pennellata sul quadro che mamma Gelida vorrebbe appendere in ingresso; ripugnante per un figlio. Gabriele – ex bambino prodigio – si consola con una nenia: dormire, vorrei dormire qualche minuto. Per ragionare, usciere da questa situazione che uscite, in apparenza, non ne ha. Per non affrontare la realtà e nascondersi nella legnaia. E’ nel doppio finale che Morozzi si scopre mostrando la sua bravura, il suo stile agrodolce e quel tocco d’eccentricità che trasforma ogni suo testo in qualcosa da conservare. 

Gianluca Morozzi

L’abisso

Editore: Fernandel

Pagine: 192

Prezzo: 13 euro

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Un altra volta Mancassola

SIAMO TUTTI PRIGIONIERI DI QUALCOSA

E invochiamo la paurosa alba

Tra mille sospiri e specchi di sangue su cui leggere lettere e volti cresce la preghiera di questa moderna favola nera. Pagine descritte da parole e immagini che obbligano a soffermarsi; pause necessarie che che sotto le dita diventano grani di un rosario: dieci piccoli segni che s’infilano con discrezione per cantare i misteri dolorosi dell’uomo con un filo di voce, rinchiusi in un anfratto lurido ricoperti dalla nostra stessa sporcizia. Un canto che esce da una bocca impastata di paura; una preghiera sussurrata proprio perché recitata e rivolta a un Dio che cambia volto, sesso e profumo. Per ottenere un compromesso salvifico. Con l’eleganza e la raffinatezza tipiche di Marco Mancassola, l’ideatore del progetto Kids & Revolution. Gloria al talento che ci può portare alla via d’uscita lavando via le macchie dei nostri errori. In un percorso cartaceo e visivo che, con le parole appoggiate alle note, ci svela nella penombra il profilo della contemporaneità: da servi a carcerieri, da carnefici a vittime. Un lavoro complesso ma semplice da maneggiare. Un’esperienza da vivere sdraiati sul letto, non sotto. Concentrati. Perchè la fiaba non può perdere in questa società che fa fatica a leggere ciò che è scritto da sempre. Il team in cui Mancassola s’è ritrovato – per necessità e per volontà – fiata zucchero e veleno. Louis Böde non si vuole fermare: continuerà a cantare parole e a dipingere storie. Per parlare alla nostalgia, al coraggio, alla volontà e al desiderio; per togliere forza al puerile edonismo e ritrovare il lato favoloso della vita, anche nel buio. In attesa del bianco (chissà se quando apriamo gli occhi per la prima volta vediamo il bianco o il nero?). É la storia di Sheherazade e di Tulse Luper, di un uomo vivo al costo di una storia a notte e vittima della narrazione stessa: siamo tutti prigionieri di qualcosa. Ecco l’universalità della condizione di quel mostro aracnoide che alternava tortura e carezze, ogni sera portando la sua vittima al limite dell’abisso. Ma ogni volta che ci avvicineremo a Kids & Revolution ritroveremo sempre la strada per uscire da sotto il letto, seguendo il testo che ha un corpo da prendere in braccio. A volte lo si posa su un materasso, altre volte lo si lava come fosse un bambino, altre ancora lo si tortura. Marco dirige la sua band creativa e ci invita all’ascolto, chiusi in un abbraccio. Non è mai stato così semplice scavalcare i confini di un libro come adesso, e finire in un grembo candido, caldo.  

Louis BödeKids & Revolution

Editore: Hacca, Halley Editrice

Pagine:. 192

Prezzo: 14 euro 

Louis Böde è una “band creativa” formata da:

– Sergio Bertin e Giacomo Garavelloni, musiche

– Marco Mancassola, testi

– Marco Rufo Perroni, disegni

– Nicola Villa, animazione