Il ritorno del ritorno

ALLUMINIO E ACIDO

 

LA DUTTILITÀ DELLE FORME DELL’ABBANDONO

 

di Ilaria L. Silvuni

 

Una delle prime cose che s’incontra aprendo Alluminio è lo sguardo di Luigi Cojazzi: i sui occhi abbassati che non si riescono a raggiungere e quei piccoli segni attorno alla bocca che testimoniano la presenza costante di un sorriso per gli altri. È un’immagine utile a calmarsi dopo la tensione che si prova osservando quel pallone in copertina: un oggetto caro a tutti noi, un Tango che, visto da vicino, da simbolo di gioco e spensieratezza diventa Pietas moderna, minaccia. Luigi ha alle spalle esperienze in prima linea in Colombia come osservatore internazionale in zone di conflitto: giovanissimo, ha deciso di esplorare quei luoghi in cui l’impegno dell’individuo è ancora più indispensabile per la sopravvivenza. Ciò che accomuna la scrittura di Cojazzi all’Alluminio è la resistenza alla corrosione. Perchè né lui, né la sua storia vogliono abbassare la guardia di fronte a un destino pronto solo ad annientare la speranza di un cambiamento, di un ritorno. Il vociare attorno al campo, là dove non hai più nulla a cui aggrapparti, oltre il dolore, al di là dell’abbandono, si fa sempre più alto durante la lettura per poi finire strozzato in una moviola al rallentatore di un finale che isola completamente. L’immaginazione del lettore si pulisce dalle ossidazioni dei propri silenzi per riprendere l’attenzione, doverosa, nei confronti di un autore come Cojazzi. E ritorna l’abbandono per portarsi con sé la mancanza ma ritorna anche l’amore e il ricordo di una promessa. E ritorna il ritorno come in un cambio all’ultimo secondo a bordo campo. Per aspettare il goal decisivo, per lasciarsi andare e prepararsi ad attutire il colpo. Lo senti l’odore dell’alluminio e anche se prima di leggere questo libro non sapevi descriverlo. Lo riconosci. È pungente, è acido, ma lo puoi ancora a respirare.

 

 

Luigi Cojazzi

ALLUMINIO

Editore: Hacca, Halley Editrice

Pagine: 206

Prezzo:12 euro